Nasce a Trentola (Napoli). Frequenta l’Istituto d’Arte e successivamente l’Accademia di Belle Arti. Pubblicista presso
lo Studio E2 di Armando de Stefano (Napoli) nel quale realizza la Copertina del libro di poesie di Gianni Crosio.
L’Esperienza - nel campo pubblicitario - lo arricchisce intellettualmente e tecnicamente.
Giovanissimo espone nelle Gallerie d’Arte di Titisee e di Noistadt Germania. Nel 1968, con alcuni amici artisti -
coadiuvati dal critico d’arte Enzo di Grazia - da vita al Gruppo Aversano con il quale partecipa a numerosissime e interes-
santi collettive nazionale. Nel 1969 prende parte all’importante collettiva Città di Caserta alla quale partecipano artisti
di livello internazionale quali: G. Baruchello - B. Donzelli - L.P. Campus - L. Petrovic e E. Drago. In questa manifestazione
artistica Alarico riceve le congratulazioni da R. Guttuso e da E. Crispolti. Nello stesso anno espone - con una grande personale -
alla Galleria d’Arte Moderna Il Braciere di Caserta.
Nel 1970 lascia Napoli per stabilirsi a Codogno (MI) per insegnare Arte e Immagini nella Scuola Media di Ognissanti.
A Codogno entra in contatto con il maestro Giuseppe Novello e con un gruppo di giovani artisti capeggiati da Luciano
Cozzuol con il quale ultimo realizza una serie di Serigrafie. Nel 1971 espone alla Galleria MINI di Codogno con un gran
numero di opere Neo Metafisiche. Tra il 1972 e il 1976 visita - periodicamente - le maggiori gallerie d’Arte di Milano
riportando un arricchimento intellettuale e artistico notevole. Progetta alcune Edicole Funerarie - con relative decorazioni
pittoriche - per il Cimitero di Codogno. Nel 1977 espone al Centro Atistico. Verso la fine del 1977 si trasferisce a Prato
(Toscana); allaccia rapporti con gli artisti Fiorello Tosoni (allievo di Annigoni) -con lo scultore Salvatore Cipolla e altri
artisti del luogo. Inizia a frequentare, assiduamente, il C.E.P.A.C. di Prato ritrovo dei maggiori artisti della Toscana.
Allaccia amicizia e rapporto culturale con molti di essi. Nel 1979 espone alla Galleria d’Arte Moderna Il Ventaglio di Firenze.
Partecipa alla Rassegna d’Arte Il Cenacolo di Firenze. Personale alla Galleria d’Arte Moderna Il Cenacolo di Firenze.
Rassegna d’Arte Pratilia Prato. Conosce il maestro Rinaldo Frank Burattin - scambi culturali.
Nel 1980 organizza una grande mostra alla Galleria d’Arte Moderna La Croisette Martinez Concorde - Cannes Francia.
Personale alla Galleria Palazzo Doria Genova. Personale alla Galleria d’Arte Casabella - Santa Margherita Ligure GE.
Nel 1985 Grande Mostra Personale con oli - tempera - acquerelli - grafica alla Galleria d’Arte C.E.P.A.C. di Prato dove riscuote grandissimi consensi dei colleghi,
del pubblico e della critica.
Nel 1991 il Comune di Prato gli organizza una grande Mostra personale- Curatore il Presidente del Quartiere dott. Giovanni Fabbrico- con la presentazione in Catalogo
dell’Assessore alla Cultura di Prato e Presidente del Museo L. Pecci dott. Massimo Bellandi. Con questa mostra Alarico segna un punto fondamentale della sua attività
artistica: molti quotidiani e riviste specializzate parlano positivamente dell’avvenimento.
Artista di grande vitalità e oltremodo curioso Alarico - nel 2000 - si avvicina all’arte digitale realizzando opere di notevole interesse artistico tanto che - in vari periodi - la
Rivista Computer Arts riporta le sue creazioni.
In pittura Alarico guarda e ammira i grandi maestri del passato quali Masaccio - Piero della Francesca e il Pontormo. Tra i contemporanei De Chirico - Picasso - Paul
Gouguin e i Maestri Espressionisti Oskar Kokoschka e Ludwig Kirchner. In scultura ammira Duchamp e Henry Moore.
Nell’opera di Alarico predomina - prevalentemente - la ricerca artistica della perfezione - l’urgenza metafisica dell’assoluto e la sofferenza umana del contingente.
Tre elementi - nell’arte di Alarico - che emergono sia nelle sculture sia nei dipinti sia nelle opere digitali. Il primo - accanto alla scelta razionale del soggetto che si vuole
rappresentare dove non c’è spazio per casualità o fatalità convive - non in maniera contraddittoria - l’abbandono dei sensi che trasportano l’artista - guidandolo - alla
scoperta di emozioni forti tali da - e non semplicemente - raggiungere la perfezione delle forme. In tutte le opere di Alarico - da quelle più immediate a quelle più
sofferte - si ritrova questa assonanza quasi a dimostrazione della indefinibile peculiarità ed irripetibilità di ogni individuo.
C’è un segno dunque che - nell’mpossibilità ideale di determinarlo - si materializza in forme perfette. Collegato a questo vi è l’altro elemento: l’assoluto
che - insieme alla perfezione della forma - rappresenta la meta spirituale verso la quale l’artista - che crede fortemente nei propri mezzi - tende.
C’è nell’opera di Alarico la sofferenza della limitatezza degli orizzonti umani. Da qui il desiderio dell’ignoto che - insieme alla ricerca del sublime - si veste di una certa
sacralità dove piacere e dolore estasi e martirio - spesse volte - si fondono. Il segno aspro dei tempi è quindi fortemente interiorizzato e vissuto per poi esplodere in
immagini calde e vive facendo così da bilanciere alle sculture il cui non colore ci rimanda spesso nel linbo - sospesi fisicamente - spiritulmente e intellettualmente.
alarico (francesco alarico)
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